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Race Insider – La King of CDR con i nostri occhi: campionato italiano enduro!

Vi avevamo promesso una serie di articoli dedicati al mondo delle gare agonistiche viste dai nostri occhi. Ed eccoci al primo appuntamento, oggi raccontiamo con i nostri occhi la gara nazionale di Enduro corsa domenica 13 a Castel del Rio: la “King of CDR”!

L’atmosfera di una giornata di gara, la sensazione di quando abbassi la mascherina e attendi il fatidico 3,2,1 della prima PS…tutto scorre pianissimo ma dopo il conto alla rovescia è un turbinio di sensazioni. Provi a ricordarti tutti i punti critici delle PS a non strafare per commettere errori, pensi al tempo e alla gestione delle energie, ma soprattutto ti diverti..tantissimo!

La giornata inizia presto dalle 07:00 alle 08:00 si ritira il pacco gara e alle 09:30 iniziano le prime partenze per la prima risalita di giornata verso PS1 Masao. Check delle bici, montaggio etichette e numeri. Il nostro numero di gara è per questo appuntamento il 27 e per assonanza motociclistica il tutto ci dà subito una spinta in più.

Sensazioni buone, ma la giornata si presenta già tosta, alle ore 07:00 ci sono già 25°C e un sole sempre più alto..ci sarà da sudare, tanto!

La nostra Da Bomb Sentinel in test (il nostro dreambuildproject che vi racconteremo presto) è pronta e lucente e non vede l’ora di dare il massimo tra le tostissime PS di Castel del Rio.

Ci uniamo alla squadra di Appennino Bike, questa volta corriamo con i loro colori, forti della nostra partnership! Ed ecco il primo imprevisto di giornata…

Controlliamo la starting list ufficiale e il 27 non c’è! Attimi di panico, parliamo con il giudice FCI che ci conferma la nostra esclusione per non verifica tessere!! Una assurdità!! Dopo diversi dibattiti riusciamo a far capire che l’errore è loro e paradossalmente partiamo in fondo dopo Nicola Casadei. Un bene, un male? Non lo sappiamo ma di certo questo non aiuta la concentrazione in ambito gara. Ad essere obiettivi la gestione da parte dei giudici non è stata dei migliori, ci aspettavamo più attenzione e precisione dato che non siamo stati gli unisci esclusi. Sicuramente inaccettabile!

Partiamo per la prima risalita verso PS1 Masao. Sicuramente i 650 metri di dislivello secchi si fanno sentire lungo il serpentone asfaltato del trasferimento. Arrivati a PS1, preparazione, casco bello stretto e si parte!. Come vi avevamo già anticipato le sensazioni al conto alla rovescia sono tantissime…

“Riuscirò a fare quel passaggio?” “Quella S la devo spondare bene per uscire forte” “Quel passaggio è meglio copiarlo piuttosto che sdoffiarlo” “Devo andare forte ma è solo la prima PS ne mancano altre 4” “E quel salto..?”

Tutto questo in una frazione di secondo e poi si va a tutta tra le curve spondate del Masao! I battiti salgono ma lo sguardo e molto lontano ad anticipare quanto più possibile quello che arriva davanti. La Da Bomb e noi viaggiamo spediti e tutto viene abbastanza naturale. Verso la fine della PS torniamo a “velocità di crociera” per risparmiare in vista della imminente PS2.

Fine PS1, rapidissimo ristoro e diretti al cancelletto della PS2. Qui le sensazioni sono diverse..”Non la ricordo, non l’ho provata da mesi..ma si andiamo in pieno stile enduro..blind riding vediamo cosa ci sarà da affrontare!!”

Ed è proprio così partiamo quasi alla cieca, abbiamo provato praticamente zero volte le speciali, per impegni ma alla fine pensiamo che è giusto così, non siamo dei Pro che viviamo di questo e possiamo ancora, a nostro avviso, vivere in questo modo il vero stile enduro. Improvvisazione totale, se te la senti vai altrimenti, rallenti!. Solo così si possono trovare i propri limiti e provare a superarli! Ovviamente si è meno competitivi, ma non è il nostro obiettivo!

Photo di repertorio di Aurore Lucas

PS2 fila via quasi liscia, una piccola scivolata proprio prima della fine della prova speciale ma niente di che, al controllo orario facciamo un piccolo check ed è tutto ok!

Sicuramente la seconda PS si fa sentire qui a Castel del Rio, molto polverosa, molto rocciosa e..lunga! La nostra front ci fa divertire ma come ben sappiamo tutto si trasferisce sulle gambe un po’ rigide sul finale.

Il controllo orario (CO) passa velocissimo ed è già il momento dei nuovi 650 metri di dislivello, sono le 13 e ci sono 35°C ma percepiti molto di più…qui, onestamente, iniziano i problemi..

La seconda risalita con un caldo anomalo ed un orario in cui il sole è altissimo, altri 650 metri di dislivello dopo 2 speciali tostissime si fanno sentire e la condizione non ottimale già dal giorno prima del nostro rider e tester uniti ad un problema al mozzo posteriore, ci costringe e ci consiglia il ritiro.

Per chi legge potrà dire: ” Ma come un race insider e vi ritirate?” Ebbene si! Fa parte del gioco, fa parte della competizione! Il ritiro è un evento da mettere in conto e ma anche frutto di un ragionamento lucido per quanto doloroso. Chi vi scrive è anche chi ha condotto la gara e ci teneva tantissimo, solo chiuderla, arrivare in fondo! La tristezza e la delusione sono state tante, perchè tecnicamente avevamo tutte le PS a portata di mano. Ma 1300 metri di dislivello distribuiti così sono stati massacranti per noi ma anche per molti Pro che hanno accusato il caldo anche ai loro altissimi livelli.

Le PS3 e PS4 vi consigliamo di provarle e di vederle nel video di seguito.

Sono stupende, guidate ma anche bellissime da far scorrere la bici con il mitico ripido della Wild Line PS3.

Per noi la “King of CDR” è stato un bel campo di prova sia per la Da Bomb in test che per il nostro livello tecnico e fisico. Una gara tosta già sulla carta che ha messo i luce i più forti sia tecnicamente che fisicamente, dove la preparazione atletica opportuna è stata una delle chiavi fondamentali per il successo degli atleti nelle varie categorie.

La squadra ti Appennino Bike fa il pienone fra gli Allievi e figura benissimo tra gli esordienti. Super piazzamenti anche sulla classifica generale con le categorie M1. Noi comunque portiamo a casa 72 punti di un campionato enduro nazionale che vuol dire molto, ma soprattutto siamo tornati a respirare l’aria delle competizioni, l’aria della normalità e la gioia di vedere tanti rider, amici che condividono la stessa passione!

Una nota a margine, come avete letto non abbiamo potuto ma non abbiamo alla fine voluto provare le prove speciali. Alcune le conoscevamo avendo effettuato test di vari modelli risalenti a ottobre, quindi una blind race totale. Confrontandoci e parlando con altri PRO trapela la sensazione sempre più forte che l’enduro odierno sia diventata l’esasperazione delle prove giorni, settimane e settimane prima, con percorsi sempre difficili di tenere chiusi o segreti. L’enduro nasce come disciplina che esalta la bravura del rider nell’improvvisare, nel mettersi in gioco e nel superare ostacoli e features che si presentano davanti in base al proprio livello. Questo obbliga un rider a migliorarsi e superarsi sempre! L’enduro “alla francese” come si dice oggi è l’enduro degli albori e lo notiamo spesso dalle classiche in EWS primeggiate dai Francesi, giustamente! Ecco l’enduro dovrebbe essere o tornare ad essere per noi così!

La King of CDR al netto di tutto si conferma essere una super gara, tosta che ti porta al limite e porta al limite anche i mezzi. Tutti i Pro di livello del momento si presentano e si misurano su questo vero campo di battaglia affascinante che lascia il segno e si fa ricordare. Un ringraziamento ad Appennino Bike e Marangoni Bici organizzatori anche quest’anno di una gara dalla forte attrattiva che convince e richiama tutti i più grandi Pro italiani!

Noi continueremo a raccontarvi altre gare e stavolta le porteremo a casa, voi continuate a seguirci e andate a provare le magnifiche PS di Castel del Rio!!

FOR THE HARDTAIL LOVERS!!

#mtbworkshop

Photo Credits: Aurore Lucas

About the author

Edoardo

29 anni, Ingegnere meccanico. Grande appassionato di mountainbike fin dall’adolescenza nonchè di outdoor sports, mountaineering, trail building e meccanica applicata allo sport e competizioni. Adoro i single track veloci che alternato tratti flow e con salti naturali ed artificiali di media entità a tratti con radici, rock garden, gradoni in cui tecnica equilibrio e  conoscenza del mezzo vanno messi in primo piano.