Test

TESTED – Cybro n°06 : Hardtail esclusiva, made in Veneto!

Cari lettori di MTBWORKSHOP, oggi siamo qui a proporvi un test molto particolare, vista soprattutto l’esclusività della bici trattata.

Come sappiamo, il segmento delle Hardtail AM/Enduro sta sempre più aumentando, un po’ per moda, un po’ perché con delle geometrie giuste e del manico si va forte (quasi) come una full, ma soprattutto perché nella maggior parte dei casi (tranne le esasperazioni), sono polivalenti e ci permettono di avere un’unica bici per fare tutto, dal commuting alla discesa tecnica.

Noi della redazione, come molti sanno, da anni siamo fan di questa categoria. Da qui nasce il nostro interesse nel testare questo prodotto di Cybro Industries che, sembrava avere tutte le carte in regola per farci divertire, ci sarà riuscita?

Telaio ed estetica

All’inizio ero molto titubante dal punto di vista estetico, insomma proprio non mi piaceva, ma ho deciso di passare sopra e cercare di godermi a pieno questa esperienza, e mai scelta fu più azzeccata.
Vederla in garage a fianco alla mia Hello Dave (link al test qui), faceva un po’ strano… la forcella a stelo rovesciato, i rinforzi sul triangolo e l’alloggiamento del Pinion erano “diverse” da vedere.

Alla prima uscita l’ho parcheggiata per fare delle foto e li ho capito, ho guardato l’insieme e mi è piaciuto! Incredibile come la mia percezione sia cambiata appena l’ho vista con le ruote sulla terra, ma la verità è che non essendo comune è un design che divide; la quantità di persone che si sono fermate per guardarla, studiarla, ammirarla ed anche criticarla.. è stata veramente grande. Sicuramente non si passa inosservati, e a me è piaciuta parecchio.

Costruita totalmente in fibra di carbonio, con un peso totale della bici di circa 11kg (mica male) visivamente da l’impressione di essere una trave, ma no, non lo è; tra le gambe è ben composta, non si muove di un millimetro, rigida dove deve esserlo, ma quello che ho apprezzato di più è come reagisce il carro posteriore, flette quanto basta per farci illudere di avere un micro sospensione, nelle curve a velocità sostenuta, si apprezza molto.

Grazie alla posizione della scatola cambio Pinion, il baricentro è spostato più in basso possibile e lo si apprezza soprattutto nei cambi di direzione veloci, bici piantata e leggera.

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Un montaggio TOP

Non potevano mancare delle chicche nel montaggio, la trasmissione è affidata come detto in precedenza a Pinion, con il suo cambio integrato a 12v (la rapportatura è simile ad una cassetta 10-50 con corona da 30t) e trazione a cinghia, che scorre su due corone dentate made in Cybro e comandato da due selettori lavorati al CNC.

Reparto sospensioni affidato ad Intend con la sua Hero da 170mm di corsa, la scelta di montare una forcella a steli rovesciati completa il pacchetto estetico, sulla funzionalità della stessa ne parliamo più in fondo.

Manubrio in carbonio e attacco manubrio Renthal con un rise 30 che ho apprezzato, da una guida stile motocross, e impianto frenante Magura MT trail con leve HC1 Carbon e dischi MDR-P da 203mm sia ant. che post. che svolge egregiamente il proprio lavoro.
Ruote 27,5 “ in carbonio Cybro Industries, contro tendenza vero, ma quanto è divertente questo formato ruota?! Certo il 29” da una mano sia in salita che in discesa, ma il 27,5 ti fa giocare di più. (una versione mullet la proverei volentieri).
Sella in carbonio Repente ed accessori Wolf Thoot, come la serie sterzo ed il comando reggisella, completano un pacchetto corposo di componenti che rendono questo montaggio top in ogni ambito, con qualche riserva che vedremo.

Salita, discesa ed i soliti ma…:

La prima uscita, abbiamo portato a casa 1200mt D+ per circa 32km, un bel giro enduro, e la posizione in sella mi ha convinto fin da subito (anche se il telescopico aveva un’escursione troppo elevata per la mia altezza, 170mm), si sta belli dritti con la schiena grazie ad un reach corto rispetto alla tendenza attuale e al rise del manubrio che alza un po’ la guida, MX style.
Il Pinion 12v, secondo me, necessita ancora di qualche accorgimento, non è immediato e bisogna capirlo…sotto sforzo fatica nel scalare rapporto, mentre salendo non ho notato particolari problemi, un po’ macchinoso.
La trasmissione a cinghia dona rotondità alla pedalata, rende tutto molto scorrevole, merito va anche alle ruote che sicuramente fanno il loro sporco lavoro.
E devo dire che l’ho usata anche per del banalissimo commuting e casa/lavoro, molto comoda e non sembra cosi estrema, con quasi 100km di ciclabile posso dire che ha superato il test.

In discesa il 27,5” mi ha fatto divertire guidando sporco ed anticipando tutte le curve, certo pecca un po’ nel superamento all’ostacolo, infatti va guidata! Non è uno schiaccia sassi che appiattisce tutto il trail, bisogna pennellare ed apprezzare la torsione del carro posteriore; Non c’è un meglio o un peggio, se ti fa divertire va bene anche la dimensione più piccola.
La forcella se settata bene lavora egregiamente, 170mm sono infiniti ed ha una buona rigidità anche quando si inizia a spingere, poche regolazioni ma quelle che servono davvero, farei a cambio con la mia DVO? No, ma è una alternativa molto valida alle solite forcelle tradizionali.
E se si inizia a spingere? Da il meglio, è una bici molto racing, che va guidata con fisicità per esaltare le sue caratteristiche, al contrario se guidata in modalità “gita” risulta rigida, quasi come se si infastidisse, per cui consiglio di guidarla sempre con una buona dose di gas.

Non tutto è rose e fiori però, ogni tanto su qualche solco in entrata di curva mi è capitato di sentire un tremolio, forse dove il telaio prende una frequenza che non digerisce, abbastanza fastidioso, perché è il contrario di quello che ho apprezzato sopra.

In conclusione

La Cybro n°06 è una bici che fa parlare, per le sue forme, per il montaggio fuori dal comune e, non da meno, per il prezzo di vendita che è di ben 7420euro + IVA per il montaggio che abbiamo testato, mentre per il kit telaio parliamo di 4090euro + IVA.
Un listino che può spaventare, ma pensando ai componenti e allo studio/fabbricazione del telaio, e pensando sempre che stiamo parlando di una piccola azienda, tutto sommato ci stiamo.
Un comportamento racing, non le piace andare piano, ma che in pianura si fa pedalare che è un piacere, pecca un po’ nella scalata, mi aspettavo qualcosa di più da Pinion.

Esclusiva e, per me, bella! ha ancora qualcosa da aggiustare, ma i ragazzi di Cybro stanno lavorando duro, e ne vedremo delle belle.

Per ulteriori informazioni visitate il sito di Cybro Industries

About the author

Edoardo

29 anni, Ingegnere meccanico. Grande appassionato di mountainbike fin dall’adolescenza nonchè di outdoor sports, mountaineering, trail building e meccanica applicata allo sport e competizioni. Adoro i single track veloci che alternato tratti flow e con salti naturali ed artificiali di media entità a tratti con radici, rock garden, gradoni in cui tecnica equilibrio e  conoscenza del mezzo vanno messi in primo piano.